Grazie alla collaborazione con i funzionari archeologi della Soprintendenza di Roma, della Provincia e del Comune, nel corso degli anni sono state acquisite informazioni sulle tracce archeologiche di terremoti del passato, nello specifico per il periodo compreso tra il VI e il IX secolo d.C. In particolare, dalle stratigrafie archeologiche emerge che probabilmente a causa dell’elevata vulnerabilità degli edifici – di età plurisecolare, spesso senza manutenzione per secoli o privi di parti originarie per la prassi della spoliazione – lo scuotimento sismico ha contribuito in misura non trascurabile ai cambiamenti del paesaggio urbano, alimentando la formazione di contesti ruderali o comunque degradati. In sostanza, proprio per l’elevata vulnerabilità dei fabbricati è possibile che gli effetti dei terremoti del passato siano stati superiori a quelli meglio noti dalle fonti storiche relative ai terremoti più recenti (es. 1703 e 1915).
Figura 1. Sotterranei di Palazzo Spada: frammenti di piani…
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